Una foto dall'India durante il monsone e un brano da Made in Nirvana - Italiano, disponibile da Amazon in tutto il mondo.
....Con gli zaini resi più pesanti dall’altitudine attraversarono il lungo ponte di corda e legno che traballava ad ogni movimento anche lontano. Si sollevava, si abbassava e oscillava rendendo il passaggio simile a quelle giostre nei luna park dove il pavimento si muove in ogni direzione e bisogna tenersi saldi al corrimano. Sotto di loro il largo fiume verde scorreva veloce e allegro spumeggiando ogni qualvolta si imbatteva in un masso lucido, scontrandosi con l’ostacolo, aggirandolo baldanzoso, inarrestabile nel suo corso verso la valle, libero e potente. “Credo sia quella!” affermò Franca indicando una casa a due piani che dava sul fiume. Era costruita come la maggior parte delle case del posto con strati alternati di grosse pietre e travi di legno, creando un disegno a strisce orizzontali.
Presto la raggiunsero. “Andiamo a chiedere dentro,” esortò. Al pianterreno c’erano una stalla e del fieno. Le scale rustiche portavano al piano superiore dove una terrazza coperta circondava tutta la casa. Si aggrapparono al corrimano per salire gli scalini ripidi e stretti resistendo al peso dello zaino che le tirava verso il basso. Sulla veranda c’era un paio di jeans stesi ad asciugare. Maria si avvicinò: erano firmati Fiorucci. “Mi sa che siamo arrivate,” disse con soddisfazione.
....Con gli zaini resi più pesanti dall’altitudine attraversarono il lungo ponte di corda e legno che traballava ad ogni movimento anche lontano. Si sollevava, si abbassava e oscillava rendendo il passaggio simile a quelle giostre nei luna park dove il pavimento si muove in ogni direzione e bisogna tenersi saldi al corrimano. Sotto di loro il largo fiume verde scorreva veloce e allegro spumeggiando ogni qualvolta si imbatteva in un masso lucido, scontrandosi con l’ostacolo, aggirandolo baldanzoso, inarrestabile nel suo corso verso la valle, libero e potente. “Credo sia quella!” affermò Franca indicando una casa a due piani che dava sul fiume. Era costruita come la maggior parte delle case del posto con strati alternati di grosse pietre e travi di legno, creando un disegno a strisce orizzontali.
Presto la raggiunsero. “Andiamo a chiedere dentro,” esortò. Al pianterreno c’erano una stalla e del fieno. Le scale rustiche portavano al piano superiore dove una terrazza coperta circondava tutta la casa. Si aggrapparono al corrimano per salire gli scalini ripidi e stretti resistendo al peso dello zaino che le tirava verso il basso. Sulla veranda c’era un paio di jeans stesi ad asciugare. Maria si avvicinò: erano firmati Fiorucci. “Mi sa che siamo arrivate,” disse con soddisfazione.